domenica 1 aprile 2007

LETTERA DA LUCA SCODELLARI

Conosco Lorenzo da circa vent'anni, da quando si era ragazzi e lavoravamo in Saatchi, e stress, stanchezza ed entusiasmo erano compagni di lavoro così come il suo buon umore e le sue battute sempre pronte nonostante a volte gli capitasse di stare poco bene a causa di quella malattia che tutt'ora lo affligge.
Alcuni giorni prima che lo arrestassero, ci siamo ritrovati con alcuni amici comuni in una pizzeria a Milano.
Era un bel pezzo che non ci si vedeva, tre o quattro anni, e come sempre è stato
attento a quello che avrebbe mangiato.
Quella sera abbiamo parlato molto, anche di alcuni problemi, abbiamo parlato di lavoro e di famiglia, e nel parlare di quest'ultima mi ha mostrato contemporaneamente al suo sorriso di papà divenuto ancora più aperto, la foto di sua figlia.
Terminata la cena e usciti dal locale, tutti noi abbiamo passato la serata col naso all'insù a guardare l'eclissi sentendoci ancora una volta ragazzini.
Ogni tanto anche Milano ha dei momenti di poesia.
Lorenzo, che in questo momento si trova in un momento non particolarmente sereno della sua vita, per un caso, una distrazione, per quel classico colpo di sfortuna che capita sempre nei momenti sbagliati, è stato investito da un tifone che mi auguro per lui e per la sua famiglia termini rapidamente e senza troppe conseguenze.
Sono assolutamente certo che Lorenzo non abbia volutamente infranto le leggi dello stato che lo ospita dato che non è nella sua natura, e come ogni buon viaggiatore sa che il rispetto verso il paese ospitante è anche una forma di rispetto verso se stesso.
Rispetto che mi auguro le autorità di Dubai dimostrino a loro volta.

Luca Scodellari

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravo Luca. Un commento all'accaduto veramente intelligente. Pensa quanti amici non vedono l'ora di abbracciare forte Lorenzo. Gli faranno male le costole.